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venerdì 26 marzo 2010

PEDOFILIA: PERCHE' SOLO ADESSO LA CHIESA SI MOSTRA INTRANSIGENTE?


Adesso la Chiesa è sotto accusa continua per i ripetuti e numerosissimi episodi di pedofilia che vedono coinvolti preti. Episodi sempre nascosti dai vertici e spesso negati per conservare un'immagine pura della Chiesa: un'etica bigotta che è perfettamente in linea con la posizione della Chiesa contro la depenalizzazione del reato di omosessualità chiesta dalla Francia (la chiesa è favorevole a considerare reato l'omosessualità... consentendo anche la pena di morte).
Oggi la posizione intransigente del Papa contro la pedofilia appare più che mai tardiva, nulla infatti la Chiesa ha fatto ad esempio per i presunti abusi nell'istituto Provolo per sordomuti di Verona dove sacerdoti accusati di pedofilia sono ancora in vita e proseguono indisturbati la loro opera di "evangelizzazione"!
Dopo decenni di accuse per il caso Verona di cui hanno parlato giornali, trasmissioni televisive, di cui hanno scritto ampiamente giornali e riviste, dopo lettere sottoscritte dalle stesse vittime di abusi, oggi è sconcertante sentire dire dalla diocesi di Verona (mons. Bruno Fasan): «A tutt’oggi abbiamo ricevuto solo una lettera anonima che riferiva di abusi sessuali senza mai fare un nome, né di un abusato, né di un abusante»

Ricordo, per chi non avesse seguito il caso dell’Istituto Antonio Provolo di Verona, oggi gestito interamente da laici, anche se al vertice ci sono sempre i religiosi della Congregazione della Compagnia di Maria, è divenuto nel corso del tempo un Centro educativo e di formazione professionale. In passato, all’incirca 50 anni fa, l’Istituto Antonio Provolo ospitava piccoli sordo muti delle famiglie povere. E proprio tra quelle mura sembra che siano successe le violenze psicologiche e fisiche che, alcuni sacerdoti e fratelli laici, (25 circa) avrebbero inferto in diversi luoghi e ore della giornata ai ragazzini che l’Istituto ospitava. Le denunce sono di 60 sordomuti, 60 uomini e donne che nei ricordi della loro fanciullezza affiorano ricordi di scene raccapriccianti:

- Avveniva nella sua stanza all’ultimo piano. E mi costringeva a fare queste cose anche a Villa Cervi durante le colonie estive e al campeggio sul lago di Garda”.(Guido, dichiara di essere stato molestato da un prete)

- “Mi costringeva spesso con punizioni (in ginocchio per ore in un angolo) e percosse (violenti schiaffi e bastonature) ad avere rapporti con lui”……“nello stanzone dove dormivo con altri sordi spesso mi svegliava per portarmi nei bagni dove mi sodomizzava o si faceva masturbare. Non ho mai dimenticato”. (Carlo è rimasto all’istituto dai 7 ai 18 anni, e chiama in causa un altro sacerdote)

- “La violenza è avvenuta nei bagni e nelle stanze dell’Istituto Provolo e anche nella chiesa adiacente”. (Ricostruisce Ermanno)

- “Se rifiutavo minacciava di darmi un brutto voto in condotta, questi fatti mi tornano sempre in mente” (un’altra testimonianza)

- “ancora oggi quando lo vedo provo molto disagio. Non sono mai riuscito a dimenticare”. (Giuseppe qualche volta a Verona incontra il suo violentatore)

- Lina ora ha cinquant’anni, è rimasta “all’istituto per sordomuti dai sei ai 17 anni. A tredici anni nella chiesa, durante la confessione faccia a faccia (senza grata), il sacerdote mi ha toccata il seno più volte. Ricordo bene il suo nome. Io mi sono spaventata moltissimo e da allora non mi sono più confessata”.

- Giovanna scrive che un altro prete “ha tirato fuori il membro e voleva che lo toccassi”. E per molte ragazzine i fatti avvenivano nella chiesa dell’istituto, sotto l’altare. A qualcuna, però, è andata molto peggio.


- Nella stanza adibita a confessionale della chiesa di Santa Maria del Pianto dell’Istituto Provolo, alcuni preti approfittavano per farsi masturbare e palpare a loro volta da bambine e ragazze sorde (la porta era in quei momenti sempre chiusa a chiave).

- I rapporti sodomitici avvenivano nel dormitorio, nelle camere dei preti e nei bagni sia all’Istituto Provolo di Verona che al Chievo e, durante il periodo delle colonie, a Villa Cervi di San Zeno di Montagna”.

“Come non bastasse, i bambini e ragazzi sordi venivano sottoposti a vessazioni, botte e bastonature. I sordi possono fare i nomi dei preti e dei fratelli laici coinvolti e dare testimonianza”. Seguono le firme: nome e cognome di 67 ex allievi.

Tutto questo terribile elenco perché?

Solo per dare parola e testimonianza a fatti che purtroppo succedono e che dobbiamo prenderne atto. Per la Curia è stata svolta un indagine accurata che in poco più di un anno, ha portato “gia” chiarezza sulle vicende dell’Istituto Provolo. Secondo la diocesi di Verona è emerso quanto segue:

«La diocesi di Verona vuole rende re noto quanto emerso, senza alcuna reticenza, perchè sia fat­ta chiarezza sui fatti, senza alcu na volontà di insabbiare». E’ questo il prologo a quanto è emerso. «A tale scopo è stata condot ta una seria ed approfondita in dagine, – scrive la diocesi – svol ta con grande rispetto delle per sone e discrezione, che ha coin volto tutti i soggetti ancora in vita della Congregazione reli giosa, ai quali sono stati addebi tati gli abusi, nonché il persona le religioso e laico addetto alla cura sanitaria, igienica e dome stica degli allievi».

Questo è quanto a reso noto la diocesi di Verona sugli accertamenti svolti:

- Negli anni 1958-1965 risul tano alcuni episodi di violenza fisica su due sordomuti nel con testo di una malintesa attività correttiva. Il religioso responsa bile di tali comportamenti fu allontanato dall’Istituto Provo lo». Il religioso è deceduto.

- «Ne gli anni 1965-1967 due giovani aspiranti alla vita religiosa han no manifestato problemi di di sordine sessuale che li portava no ad importunare e a coinvol gere sia altri aspiranti, sia alcu ni allievi. Sono stati immediata mente allontanati.

- Dal 1965 al 1990 un fratello, non sacerdo te, ha coinvolto in pratiche ses suali alcuni allievi della scuola professionale, cui era addetto. Lo stesso ha avuto anche alcu ne relazioni con sordomute adulte.

- Il signore, che nel 2000, è stato uno degli ispiratori e fondatori dell’”Associazione Sordi Antonio Provolo”, ed è at tivo componente della stessa, da almeno quindici anni non è più addetto ad alcuna attività educativa. E’ in atto un procedi mento canonico di espulsione dalla congregazione religiosa a seguito dei fatti contestatigli e dallo stesso ammessi, anche pubblicamente».

Nulla, dall’in dagine svolta dalla Curia, è emerso a riguardo di monsi gnor Giuseppe Carraro. «Nessu no dei religiosi viventi – prose gue l’indagine della curia – de stinatari delle accuse, risulta impegnato in attività educative o comunque a contatto con gio­vani, adolescenti e bambini».

Questa è l’indagine svolta dalla Diocesi di Verona che, se mi sbaglio correggetemi, non vede coinvolto nessun prete, ma solo aspiranti…possibili….probabili……..

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